Costruire un uomo è più facile che costruire un cervello

207 Costruire un uomo è più facile che costruire un cervello di Umberto Tenuta.

CANTO 207−Se costruire un cervello umano è difficile, aiutare un figlio di donna a divenire un grande uomo è molto più alla portata.

 

tenutaLeggo sui giornali del Progetto europeo HUMAN BRAIN PROJET e delle grandissime difficoltà di realizzazione dichiarate dai più autorevoli scienziati.

Io non mi intendo della cosa, ma qualcosa di pedagogia pure l’ho appresa e sperimentata nel mio mezzo secolo di vita scolastica.

Ed io mi occupo solo delle cose che conosco, almeno un po’!

So bene che la nascita di un uomo comincia sin dalla formazione del primo zigote e continua durante tutti i nove mesi della gestazione, in un processo non solo casuale ma anche intenzionale.

Non solo le condizioni di vita e di salute della madre, ma anche le sue stimolazioni culturali sin dal quarto mese di gestazione vengono recepite dal feto.

Peraltro egli comincia già a fare da solo, esplorando l’universo nel quale vive, aiutato dall’abbondante ossigenazione del grembo materno.

Ma quello che viene fuori al nono mese è solo un candidato alla condizione umana.

Resterà un animale dalle sembianze umane se abbandonato ai lupi delle foreste, come il Selvaggio dell’Aveyron.

Ma se vive nel contesto sociale della sua tribù, senza scomodare Skinner, la sua umanizzazione sarà fortemente influenzata dalle stimolazioni cinestetiche, motorie, emotive, affettive, sociali, linguistiche… che avrà l’opportunità di vivere.

Non è nemmeno necessario scomodare la grande famiglia dei musicisti Back.

Basta prendere in considerazione Ludovico Antonio Muratori che, obbedendo alla innata curiosità infantile, si mette sotto la finestra della scuola per ascoltare le lezioni della maestra, mentre i suoi numerosi fratelli pascolano le pecore.

E che dire del grande matematico Zoltan P. Dienes che a dieci anni, appollaiato sui rami di un albero di Budapest, ascolta il padre nel salotto di casa mentre dialoga di logica con i più grandi matematici dell’Ungheria?

Noi siamo figli, non solo della cultura dei nostri padri e delle nostre madri, ma anche del villaggio africano nel quale siamo cresciuti.

E per le lingue che parliamo e per i valori che ci portiamo addosso.

Ed anche per l’intelligenza che ci illumina, se è vero che a quattro anni l’intelligenza è già sviluppata per metà.

L’altro ieri rileggevo sulla stampa quello che il mio Maestro Roberto Mazzetti sempre affermava: la formazione di un uomo comincia sin dalla nascita.

Notizia di scarsa risonanza mediatica, a fronte dei Brasiliani Mondiali di calcio.

Ma l’HUMAN BRAIN PROJET mi dà lo spunto per fare qualcosa di più.

Costruire, non un cervello, ma un uomo.

Se è difficilissimo costruire un cervello, più agevole è costruire un uomo.

In effetti, ogni uomo è il risultato di una costruzione, una costruzione che impegna le famiglia e l’intero villaggio.

Il bimbo che emette i primi vagiti ha già il suo cervello con i suoi miliardi di neuroni.

Ma ancora le sinapsi sono poche.

Ed egli sarà le sue sinapsi[1].

Quanti miliardi ne costruirà con le sue esperienze?

Non dipende solo da lui, ma soprattutto dalla ricchezza delle interazioni socioculturali che avrà l’opportunità di realizzare.

Vive sulle Alpi?

A un anno pattina!

Madre francese e padre inglese?

A due anni parla francese e inglese, come Montaigne.

Vive in una famiglia di violinisti?

A tre anni suona il violino[2].

Ho già scritto della madre agropolese che, da Salerno a Roma, per le intere tre ore del viaggio sul treno, rispose alle continue domande che le poneva la bambina affacciata al finestrino.

E ho ricordato il mio amore per i fiori sbocciati nei verdi prati della mia infanzia, quando mi era letto l’erba e lampada il sole.

I giochi delle stacce e degli stirilli mi resero esperto della misura.

La mamma analfabeta con le fiabe di fate incantate mi innamorò alla lettura, e lessi lessi lessi!

Leggo ancora.

Però, a casa mia nessuno suonava.

Ed io mi porto dentro l’anima il vuoto della musica e della danza.

Maledetti, perchè mi avete mutilato?

Vi prego, non fatelo più!

Date a tutti i bimbi, che in questo attimo emettono il loro primo vagito, date loro ogni cosa tangibile che il disio miri!

Aiutate i genitori a rispondere a tutte le domande dei loro bimbi!

Aiutateli ad apparecchiare il pavimento come laboratori di musica, di canto, di matematica, di lingua, di storia, di geografia…!

Aiutateli a cantare ogni sera le ninne nanne!

Aiutateli ad ascoltare le domande dei loro bambini con grande attenzione e ad aiutarli a trovare le risposte, senza mai anticiparle!

Aiutateli ad approntare le culle con pizzi di mille colori, con campanellini dai mille suoni, con i peluche più vari…

Aiutateli a seguire i bimbi nelle loro scorribande per i prati fioriti, per gli arsi letti estivi dei torrenti, per i declivi dei colli fioriti a primavera…

Aiutateli a…

Ma questo non basta a costruire un uomo!

Ieri, sì, oggi no!

Alla Schola gremii materni oggi è necessario aggiungere la famiglia allargata della Scuola!

Scuola ricca, ricca di risorse e di competenze.

Competenze dei docenti da mettere a disposizione degli studenti.

Competenze degli studenti da condividere tra di loro.

Ma ad ogni giovane sia dato il self service cui attingere perchè niente di umano gli sia negato!

Formazione integrale, ottimale, massimale.

Homo sum nihil humami a me alienum puto!

Ma quale scuola offrirà tutto questo?

Facile!

Il cognome di tutti i maestri sarà Socrate, perchè tutti aiuteranno gli studenti a costruire le loro conoscenze, anziché consegnarle già bell’e incartate.

E ci sarà così il Maestro Dante che innamorerà alla Poesia, il Maestro Bethoven che innamorerà alla Musica, il Maestro Béjart alla Danza, la Maestra Lucia alla Matematica…

Ecco, una scuola di Stelle!

Una scuola di Stelle per costruire un uomo.

Il miliardo europeo per lo l’HUMAN BRAIN PROJET diamolo alla Scuola per costruire uomini.

Tanto il cervello lo hanno tutti i bambini partoriti da tutte le donne del mondo!

Difficile, molto difficile, ma possibile invece, è avere una scuola di Stelle, per costruire un uomo, tanti uomini, tutti gli uomini di domani.

Ed io una scuola di Stelle vo cantando.

Vo cantando una Scuola di Stelle perchè voglio creare una FABBRICA DI UOMINI.

Vo’ cercando Soci per creare una STARTUP.

Avanti, avanti, fatevi avanti, Voi maestre stellate!

Costruiremo cose preziose, più preziose dei diamanti, Uomini!

 

Pubblicato in

http://www.edscuola.it/dida.html

 

 

[1] LEDOUX J., Il Sé sinaptico – Come il nostro cervello ci fa diventare quelli che siamo, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2002.

[2] IBUKA M., A un anno si pattina, a tre si legge, e si suona il violino, Armando, Roma, 1984